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8.2 I marcatori di genere

L’esame del DNA può indicare se la traccia sia stata lasciata da un uomo o da una donna, informazione rivelatrice di una caratteristica

sostanziale riguardo all’aspetto del donatore. E’ l’esame dei marcatori di genere.

Dal punto di vista biologico si sfrutta la presenza del cromosoma Y tra le peculiarità maschili. La presenza di questa caratteristica genetica determina in larga parte la differenza tra i due generi. In particolare la presenza di un gene specifico per la differenziazione testicolare (Sex-determining Region Y, SRY),

Il metodo sicuramente più utilizzato nel laboratorio forense si basa però sull’analisi di un gene diverso, quello dell’amelogenina [1], una proteina coinvolta nella produzione dello smalto dentario. Cosa c’entrano i denti con la caratterizzazione di genere?

Effettivamente niente, si tratta semplicemente di sfruttare un tratto genetico particolare per il quale vi siano differenze misurabili, a livello molecolare, tra campioni femminili e maschili. Localizzato su entrambi i cromosomi sessuali, presenta infatti un tratto più breve di 6 basi sul cromosoma X, rispetto al medesimo tratto sul cromosoma Y.

È quindi possibile discriminare l’assetto femminile perchè costituito da due cromosomi X che generano un unico frammento, dall’assetto maschile. Quest’ultimo è costituito da un cromosoma X e da uno Y, che sarà caratterizzato quindi da due frammenti che differiscono per 6 paia di basi.

Grafico di analisi di marcatori di genere
N.AmelD3D19D2D22
1X, Y15, 1513, 1517, 2115, 17
2X, X14, 1514, 1519, 2311, 14
3X, Y15, 1614, 1520, 2311, 16
4

L’elettroferogramma è di facile interpretazione riguardo alla caratterizzazione di genere perché si tratta di verificare quanti picchi siano presenti al locus amelogenina. La traccia consente di fare una facile diagnosi attraverso l’esame dei marcatori di genere. in esame ha due picchi di uguale altezza e corrisponde quindi a un uomo.

Il controllo negativo non mostra alcun picco dimostrando l’assenza di DNA e quindi di contaminazione. I due controlli, maschile e femminile, indicano che l’analisi può essere considerata affidabile, poiché si dimostra corrispondenza con quanto atteso. Questo metodo offre il vantaggio di un controllo interno della PCR, poiché in presenza di DNA nucleare umano si osserva, in ogni caso, un segnale positivo dalla reazione di amplificazione.

Esistono delle eccezioni, soprattutto in alcune aree geografiche, nelle quali questo test può dare delle informazioni errate circa il fenotipo individuale, cosicché profili genetici femminili sono riconducibili in realtà a uomini. Si tratta di fenomeni dovuti ad anomalie di trasmissione genetica o particolari caratteristiche genetiche di determinate popolazioni [2]. In questi casi i marcatori di genere danno informazioni errate.

Anche per questo motivo i nuovi kit commerciali contengono dei marcatori aggiuntivi per il cromosoma Y, diversi da quelli dell’amelogenina. Per il kit PowerPlex® Fusion 6C per esempio sono presenti i marcatori STR DYS391, DYS576 e DYS570. Controlli interni ulteriori, la verifica dei quali consente di confermare o meno l’effettiva origine maschile o femminile di una traccia.


[1] Sullivan KM et al., A rapid and Quantitative DNA Sex Test: Fluorescence-Based PCR Analysis of X-Y Homologous Gene Amelogenin. BioTechniques 1993; 15: 636-641.

[2] Cf. A.M. Cadenas et al., Male amelogenin dropouts: phylogenetic context, origins and implications, in Forensic Sci Int (2007)166, 155-163; P. Tozzo et al., Deletion of amelogenin Y-locus in forensics: literature revision and description of a novel method for sex confirmation, in J Forensic Leg Med (2013)20, 387-391.